Page 22 - Zara
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attacco causò danni, ma sufficienti a scatenare la sequenza degli

            eventi che avrebbe portato al disastro.
            Alle  15.19,  infatti,  tre  aerosiluranti  britannici  attaccarono

            la Vittorio Veneto, mentre dei caccia attaccavano le unità della XIII

            Squadriglia mitragliandone la coperta; anche dei bombardieri in
            quota parteciparono all’attacco. Il violento fuoco contraereo dei

            cacciatorpediniere della XIII Squadriglia colpì uno degli

            aerosiluranti, pilotato dal capitano di corvetta John Dalyell-Stead:

            proprio questo velivolo, prima di cadere in mare uccidendo i tre
            uomini del suo equipaggio, riuscì a  portarsi a meno di 1000

            metri dalla Vittorio Veneto ed a lanciare un siluro, che colpì la

            corazzata a poppa. Alle 15.30 la Vittorio Veneto, che aveva

            imbarcato  4000 tonnellate d’acqua, si immobilizzò nel punto
            35°00’ N e 22°01’ E; dopo sei minuti poté rimetter in moto, ma

            solo alle 17.13 riuscì a sviluppare una velocità di 19 nodi.

            La squadra di Iachino fece rotta verso Taranto, distante 420
            miglia, ed alle 16.38 l’ammiraglio, prevedendo che nuovi attacchi

            aerei  si sarebbero scatenati al  tramonto, ordinò  che  le  altre

            unità si posizionassero intorno alla danneggiata Vittorio

            Veneto per proteggerla da altri attacchi. Proprio a quell’ora la I
            Divisione (ormai in vista della corazzata,  provenendo da

            nordovest) ricevette l’ordine di riunirsi al resto della formazione

            e portarsi presso la Vittorio Veneto;  alle  18.18 la I  Divisione

            ricevette dalla nave ammiraglia l’ultimo messaggio contenente le
            istruzioni sulla formazione da assumere, ed alle 18.40 il gruppo

            «Zara»  (del  quale  non  faceva  più  parte  la  VIII  Divisione,

            distaccata  per  rientrare  direttamente  a  Brindisi)  raggiunse  il
            posto assegnato, completando così lo schieramento.  La

            formazione  era  su  cinque colonne  di  unità  disposte  in  linea di

            fila: da destra  a sinistra, la IX Squadriglia Cacciatorpediniere

            (Alfieri, Gioberti, Carducci, Oriani),                     la           I          Divisione
            (nell’ordine, Zara, Pola e Fiume),                  la Vittorio        Veneto preceduta
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