Page 30 - Urasciek
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     ed inferiori, dal viso e dalla schiena (non fu invece
            estratto il proiettile che lo aveva colpito alla gamba:
            sarebbe rimasto lì per il resto della sua vita). Nel mentre,
            gli vennero chiesti i dati anagrafici. Dall’infermeria,
            situata sul cassero di poppa del Petard, Caggiano poteva
            vedere l’Uarsciek ancora a galla.
            Con l’aiuto – non è chiaro se volontario od obbligato – di
            un ufficiale di macchina italiano, il sergente Chapman,
            specialista segnalatore ed ex sommergibilista, riuscì
            inizialmente a tenere a galla il malconcio Uarsciek, che
            venne preso a rimorchio dal Petard. In segno di vittoria, i
            marinai britannici issarono la White Ensign sul tagliareti
            di prua; poi iniziò la navigazione: il Petard rimorchiava
            l’Uarsciek, mentre il Vasilissa Olga girava loro intorno a
            protezione contro eventuali attacchi da parte di altri
            sommergibili. Thornton sperava di portarsi a Malta il
            sommergibile catturato come trofeo, ma tale progetto
            non durò a lungo: il cavo di rimorchio, infatti, si spezzò, e
            quando l’ufficiale di macchina italiano si recò a poppa per
            azionare manualmente il timone, in modo da metterlo al
            centro, l’apertura delle porte stagne finì col
            compromettere la galleggiabilità dell’Uarsciek, che iniziò
            ad affondare. (C’è da chiedersi se la decisione
            dell’ufficiale italiano di andare a poppa per azionare
            manualmente il timone non fosse piuttosto un pretesto
            per autoaffondare il sommergibile). Secondo un’altra
            versione, invece, il cavo di rimorchio venne





